martedì 22 aprile 2008

TRA MARE E CITTA'



Ieri sera guardavo delle immagini di New York. Una delle città più intasate del pianeta. Nel suo disordine esiste però un ordine. C'è un ordine urbanistico, architettonico e anche un ordine, se mi concedete di chiamarlo così ambientale. Nel caos cittadino esiste un'oasi newyorkese che si chiama Central Park. Poco raccomandabile frequentarlo di sera, questo è vero, ma di giorno permette agli abitanti del posto di divagarsi. Ci si può sedere sotto l'ombra di un immenso albero a leggere un libro, si può schiacciare un pisolino sdraiati su una coperta in mezzo all'erba, i bambini possono giocare e correre liberamente, si può portare a spasso il cane ( e loro fanno molta attenzione a raccogliere i bisognini ), c'è chi fa jogging. Mentre tutto intorno al parco la vita di città continua la sua corsa frenetica e stressante nulla ha mai disturbato questo parco davvero molto bello. Dopo aver fatto questa considerazione pensavo nel mio piccolo, a Porto San Giorgio.
New York ha il suo parco (di cui i newyorkesi vanno fieri e lo mantengono nei migliori dei modi) noi abbiamo il mare. Altro che oasi, verrebbe da dire! Eppure poche persone si rendono conto di quanto la natura sia stata generosa con l'Italia. Questo paese è diventato una New York senza il suo parco. Abbiamo costruito e costruito e continuiamo a costruire. Ci sono famiglie che posseggono cinque macchine e magari in casa sono in quattro persone. D'estate il mare è invivibile. Di per se il mare non è più neanche visibile per quanti stabilimenti balneari ci sono. Per non parlare poi della loro bruttezza. Tutti diversi uno dall'altro. C'è chi lo ha costruito grande, chi lo ha fatto piccolo, alcuni sono moderni, alcuni rustici che sembrano chalet di montagna più che di mare. E non ho mai visto nessuno dei tanti attrezzati per la raccolta differenziata. TUTTO IL MONDO FA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA! Se proponi di piantare qualche albero ti dicono: E dove? Ma se proponi di costruire un agglomerato di abitazioni ed edifici tirano fuori spazi dal cappello magico! Questione di cultura? Questione di mentalità? O forse semplicemente questione di interessi? Da piccola non vedevo l'ora che arrivasse l'estate. I miei genitori mi spedivano in Italia dal Canada. Qui avevo i nonni ed il mio mare. Ora,che vivo in Italia da vent'anni, non vedo l'ora che l'estate passi ed i miei figli li porto in Canada dove passano le giornate al parco a giocare. Li la vita ha ancora un equilibrio, ed è un equilibrio per cui le persone comuni lottano. Si cresce con la consapevolezza che ogni essere umano ha dei diritti e delle cose sacrosante a cui hanno diritto. Quando a qualche politico, o industriale o costruttore viene in mente di cambiare qualcosa la gente si chiede perchè e per che cosa? Questo cambiamento è per il bene collettivo? Si fermano, e considerano le questioni da ogni prospettiva. Non sempre le cose funzionano, anzi. Resta però il fatto che ci sono persone che fanno opposizione e che controllano chi ha il potere economico per prendere decisoni potenzialmente dannose. Ci sono enti ed uffici preposti dove il cittadino comune può andare se vede o nota un problema di qualsiasi natura esso sia. Si mettono in moto meccanismi per tutelare le persone e l'ambiente. In Italia si canta allegramente " finchè la barca va lasciala andare...". Il problema è che la barca non va più!

1 commento:

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

Io ho una cugina che vive in Quebec da anni, e anche lei ci parla di questo modo di vivere "avanti"...
qui in italia, il dare per scontate le ricchezze naturali che abbiamo, il non tutelarle fino a distruggerle, l'indifferenza, il prevalere degli interessi economici e la tendenza all'imbroglio sono talmente radicati che a volte penso che facciano parte del nostro DNA... sarà lunga, molto lunga liberarci di questo malcostume...ma ci si deve provare