giovedì 28 luglio 2011

ECONOMIA CRIMINALE E MAFIOSA (elaborato da Elio Veltri)


La mafia S.p.A. è la prima azienda italiana per fatturato e utile netto e una delle più grandi per addetti e servizi. Il solo ramo commerciale della criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell’impresa, ha ampiamente superaro i 92 miliardi di euro anno. Così ogni giorno una massa enorme di denaro passa dalle mani dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi:qualcosa come 250 milioni di euro al giorno, 10 milioni l’ora, 160.000 euro al minuto.
Il metodo più usato per calcolare le dimensioni dell’economia criminale-mafiosa è il “currency demand approach” che calcola il rapporto tra il denaro circolantexxvii e le transazioni che avvengono in contanti.
In un recente articolo de Il Sole 24 Ore il sommerso complessivo in Italia equivale a 420 miliardi di fatturato, di cui 170 riguardano l’economia mafiosa e al suo interno, al primo posto, il ricavo del traffico di stupefacenti. D’altronde, il ROIxxix (ROI è l'acronimo per "Return on Investment" che tradotto dall'inglese risulta come "Ritorno sull'investimento". Viene utilizzato per indicare l'indice che identifica la redditività del capitale investito. Praticamente serve per capire quanto il capitale investito in campagna pubblicitarie ritorna in termini di reddito) della cocaina è di 1 a 3 (200%). E cioè su 1.000 euro di cocaina la prima settimana se ne guadagnano 3.000, la seconda 9.000, la terza 27.000….Nessuna attività imprenditoriale ha guadagni di questo tipo. Il volume dei traffici di droga è in costante espansione a causa dell’aumento contestuale dell’offerta dovuta all’aumento della produzione e della domanda dei cittadini-consumatori che in Italia superano il milione. Gli arresti e i sequestri di ingenti quantità di droga non cambiano la situazione perchè «il ricambio dei trafficanti è assicurato con prontezza, le cosche dispongono di personale umano inesauribile, non necessariamente associato, anzi, preferibilmente esterno e sfuggono quasi sempre i meccanismi e le procedure di pagamento, gli intermediari di cui si servono, i canali di riciclaggio dei profittixxx».
Il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, sottolinea che «l’attenzione è puntata sul reato di detenzione della droga, sicché l’operazione si ritiene conclusa con il sequestro delle quantità di droga detenute da uno o più spacciatori, con il loro arresto, mentre poca o nessuna attenzione viene dedicata alla ricerca della “rete” degli organizzatori, finanziatori, fornitori». Invece, sarebbe necessario «individuare i canali di rifornimento, individuare e neutralizzare i canali del riciclaggio e tutto ciò a livello internazionale o quanto meno europeo».
Il fatturato annuo delle mafie italiane, valutato da organismi diversi, si aggira all’incirca sui 170-180 miliardi di euro ed è uguale al PIL di Estonia(25 mld), Romania(97 mld), Slovenia (30mld) e Croazia (34 mld).

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