domenica 6 luglio 2008

senza parole



Sono quelle cose che capitano una volta nella vita. Poter scambiare due parole con persone come Manfredi e Salvatore Borsellino. Non sono attori, o scrittori, o politici ma la loro indole e la loro ONESTA' li rende grandi, imparagonabili a chiunque. I volti scavati dal grande dolore per la perdita di un padre, di un fratello, il coraggio di denunciare i motivi per i quali Paolo Borsellino è stato ucciso per ben due volte dalla mafia e dallo Stato italiano. Insieme a Falcone e Borsellino muore uno spirito fatto di persone che non solo credono in certi valori che un tempo costituivono le fondamenta della società ma che non hanno paura di agire, di OPPORSI alla corruzione divampante che penalizza i bambini, i ragazzi, le famiglie, gli anziani. Che penalizza chi vive di moralità integra. Basti pensare a Demagistris e a Clementina Forleo. Oggi non serve più il tritolo per uccidere. La criminalità organizzata, lo stato imbavaglia comunque in modo ancor più subdolo. Tremolanti di rabbia, le voci di Manfredi e Salvatore Borsellino quasi supplicano il popolo italiano a reagire non con una rivoluzione armata ma nelle nostre azioni quotidiane. Non si può vivere una vita dettata unicamente dal proprio tornaconto. Si deve essere coerenti con le proprie posizioni sempre indipendentemente dal mestiere, dal ceto sociale, dalla religione. E NON SI PUO' VOTARE PER UNA PERSONA CHE DICHIARA MANGANO UN "EROE". Mangano, lo ricordate? Quello che ha partecipato all'uccisione dei figli di Buscetta sciogliendoli nell'acido. Erano BAMBINI,BAMBINI, BAMBINI. QUESTA E' LA PERSONA CHE ABBIAMO ELETTO, SI CHIAMA BERLUSCONI e chi per lui. Mi viene da piangere e ieri sera dopo la conferenza di queste persone meravigliose ho potuto dare un senso alle lacrime che sono indubbiamente diverse da quelle dei famigliari di Borsellino ma che in qualche modo sono profondamente euguali.

Ho chiesto a Salvatore Borsellino: " Dottor Borsellino, sono io l'unica pazza che crede che lo stato italiano e la criminalità organizzata siano una cosa sola?"

Salvatore mi ha risposto: " Io mi chiamo Salvatore, non dottore e la pazzia sta in tutte quelle persone che credono che non sia così."

A questo punto inizio a piangere e l'abbraccio di Salvatore mi avvogle come una calda coperta. Nell'orecchio mi sussura: "lottare significa essere soli anche quando una folla ti applaude con tutta la buona fede di questo mondo".

Questa mattina mi sento meno sola e ci tengo a dire che Falcone e Borsellino sono VIVI....IN NOI

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